Cava di granito e marmo di Baveno – Piemonte
Dove si trova: Via privata Tranquilla, 1, 28831 Baveno VB
Materiale estratto: Granito
Apertura: tutto l’anno
Modalità di visita: sentiero tematico e museo
Durata della visita: 2h
Sito web: https://bavenoturismo.it/itinerario/il-sentiero-dei-picasass/
Il sentiero dei Picasass
Baveno è il luogo ideale per scoprire i segreti del granito rosa, una delle pietre più usate nell’edilizia e nell’arte. Qui, è possibile seguire le orme dei Picassass, gli scalpellini che un tempo cavavano manualmente il granito dalla montagna, camminando sul sentiero che porta all’area estrattiva del Monte Camoscio. Proprio là dove un tempo c’era la cava, oggi un’installazione paesaggistica racconta il il duro lavoro che in passato era necessario per estrarre il granito, grazie alle sagome degli antichi cavatori intenti alle diverse fasi dell’estrazione, ai blocchi di pietra nei vari stadi di lavorazione e ai pannelli esplicativi. Il sentiero dei Picasass offre, tra l’altro, splendidi scorci sul golfo Borromeo.
Il sentiero consente anche di raggiungere la via ferrata omonima e di proseguire lungo il percorso escursionistico VM3 per il monte Camoscio e per il Mottarone.
Da non perdere inoltre:
- Museo GranUM: Lo spazio museale GranUM, ospitato in una sala dello storico Palazzo Pretorio di Baveno, è un punto informativo multimediale e multisensoriale dedicato al granito Rosa ed alla sua importanza storica ed economica per questo territorio. Lo spazio espositivo è diviso in quattro aree tematiche: le varietà del granito e delle pietre del VCO le rarità mineralogiche, il mestiere e le tecniche di lavorazione del granito ieri e oggi, la storia dello sfruttamento e dell’impiego del granito in zona e all’estero. Info: 0323 924632 – info@bavenoturismo.it
La storia
La storia del Granito Rosa di Baveno, detto in origine migliarolo, è legata alla famiglia Borromeo, che nel 1500 iniziò ad utilizzare il granito esportandolo a Milano. All’epoca, il granito estratto nella zona di Baveno era trasportato per mezzo di barconi sul Lago Maggiore, sul Ticino e poi sul Po fino a raggiungere i navigli. Proprio a Milano si realizzarono i primi monumenti come il colonnato del Lazzaretto (1506), la controfacciata del Duomo (1550), la chiesa di S. Fedele (1570), il Seminario maggiore (1572), le logge del palazzo Brera (metà del 1600).
Le estrazioni delle cave di Baveno ancor oggi in funzione iniziano nel 1823 con metodi ancora totalmente manuali. All’epoca vi erano impiegati fino a 400 scalpellini. Dal 1865, grazie a Nicola Della Casa, le cave di Baveno si ampliarono ulteriormente, le tecniche di estrazione e lavorazione vennero perfezionate e furono introdotti il taglio a filo elicoidale e la segatura meccanica. Inizia anche l’uso delle prime grandi mine in galleria che culminerà con l’esplosione della grande mina del 1890.
Dal XIX secolo l’incremento della produzione fa in modo che il Granito Rosa di Baveno sia usato per l’edilizia di pregio in tutta Italia. È stato usato, per citare solo qualche esempio, nelle colonne della galleria Vittorio Emanuele a Milano e, nel ‘900, per le dieci colonne del quadriportico di San Giovanni in Laterano a Roma e per la pavimentazione del Palazzo Reale di Bangkok.
Il Granito Rosa di Baveno ha trovato uso anche nella scultura. Il monumento per le olimpiadi invernali di Pragelato nel 2006 è ad esempio realizzato in questo prezioso materiale.