Scopri i tesori della terra!
Cosa troverai in questa pagina
- I principali minerali estratti nei siti del circuito Mineralp
- L’origine della struttura geologica delle Alpi Occidentali
- Il settore centrale, tra il Fronte Pennidico e la Linea del Canavese
- Il settore interno, a Sud della Linea del Canavese
I principali minerali estratti nei siti del circuito Mineralp
Le Alpi Occidentali sono ricche di minerali di diverso tipo, ma solo per alcuni si sono trovate mineralizzazioni tali da giustificarne l’estrazione.
Tra questi i principali sono:
Pirite (solfuro di ferro, FeS2): minerale formato da un composto di zolfo (53,4%) e ferro (46,6%). Ha cristalli cubici e colore metallico lucente, tendente al dorato (per questo è chiamaata “l’oro degli stolti”). Se percosso con un pezzo di metallo emette scintille. Non ha proprietà magnetiche.
Calcopirite (solfuro di rame e ferro, CuFeS2): minerale formato da un composto di zolfo (35%), rame (34,5%) e ferro (30,5%). Ha colore giallo ottone, con la possibilità di iridescenze verdi/blu/ocra. Si tratta della miglior fonte minerale da cui si ottiene il rame.
Magnetite: minerale formato da un composto di ferro e ossigeno. Ha cristalli di forma ottaedrica e colore nero. La magnetite è il minerale ferroso con il più alto tenore di ferro (72,5%) e con le più intense proprietà magnetiche.
Quarzo: minerale formato da un composto di silicio e ossigeno, è uno dei minerali più presenti sulla terra. I suoi cristalli hanno forma di prismi esagonali sormontati da punte piramidali e il suo colore, in assenza di impurità (peraltro frequenti), è bianco/trasparente. L’oro spesso si associa alle vene di quarzo in cui è avvenuta una circolazione di fluidi idrotermali. Si parla allora di quarzo aurifero.
Nell’ordine: pirite; calcopirite; magnetite; quarzo aurifero
Rob Lavinsky, iRocks.com – CC-BY-SA-3.0, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
L’origine della struttura geologica delle Alpi Occidentali
La struttura geologica delle Alpi occidentali deriva dai mutamenti che sono avvenuti a partire da 100 mln di anni fa, quando il continente africano e quello europeo, precedentemente divisi dall’Oceano Ligure-Piemontese, hanno iniziato a riavvicinarsi e poi, attorno a 65 milioni di anni fa, a scontrarsi.
I sedimenti sul fondo del mare sono stati spinti in alto, mentre la placca europea sprofondava sotto quella africana, che invece si sollevava in grandi pieghe, spingendo in basso i sedimenti e la crosta oceanica e le rocce del margine continentale europeo, dando origine alla catena alpina.
A causa della pressione, al margine delle due placche si formano parecchie spaccature, da cui poi il magma del mantello superiore è risalito in superficie, formando dei piccoli vulcani. Nelle Alpi occidentali, la linea lungo la quale la placca africana si è sovrapposta a quella europea nassume il nome di Linea del Canavese (più a Est è invece chiamata Linea Insubrica). A Nord di questa linea le Alpi si sono propagate e piegate verso l’Europa (vergenza Nord), mentre la crosta della placca africana si è piegata verso Sud (vergenza Sud).
Immagine: Daniele Fornasero, CC BY-SA 3.0 <http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/>, attraverso Wikimedia Commons
Le Alpi Occidentali possono essere distinte in tre diversi settori, corrispondenti a tre diversi ambiti precedenti l’orogenesi alpina:
- Nell’area più occidentale-centrale, a Nord del cosiddetto Fronte Pennidico, troviamo il Settore esterno, costituito dalla crosta del continente europeo, di cui fa parte il Gruppo del Monte Bianco.
- Tra il Fronte Pennidico e la Linea del Canavese si trovano le rocce metamorfiche del Settore centrale, che va dalla Valle d’Aosta alla Liguria ed è costituito in parte da crosta e sedimenti dell’Oceano Ligure-Piemontese e, là dove l’erosione è stata più forte, dalla crosta del continente europeo e da rocce metamorfiche del Dominio Austridico.
- A Sud della Linea del Canavese, invece, troviamo il Settore interno, rappresentato dalle Alpi Meridionali. Ultime nate dell’orogenesi alpina, le Alpi Meridionali sono frutto del movimento e corrugamento della crosta del continente africano. La parte più a Nord e a Ovest del settore interno presenta rocce metamorfiche di epoca alpina mentre queste sono assai rare nelle zone più orientali (es. nelle Dolomiti) e meridionali.
Nessuno dei siti del progetto Mineralp ricade nel settore esterno. Di conseguenza, qui di seguito ci concentreremo sul settore centrale e sul settore interno.
Il Settore Centrale, tra il Fronte Pennidico e la Linea del Canavese
I siti minerari
Nella Zona Piemontese dei Calcescisti con Pietre Verdi, le cui rocce derivano da crosta e sedimenti dell’oceano Ligure-Piemontese, troviamo i siti valdostani di Saint-Marcel e del Parco Naturale Mont Avic:
- Miniera di Servette, a Saint-Marcel – estrazione di rame dalla calcopirite e di acido solforico dalla pirite
- Miniere di Lac Gelé, nell’area del Parco Naturale Mont Avic – estrazione di ferro da magnetite
- Miniera di Hérin, nell’area del Parco Naturale Mont Avic – estrazione di rame dalla calcopirite e di acido solforico dalla pirite
Nell’area dell’Ossola (VB) e della valle del Binn (Canton Vallese) troviamo rocce derivanti dalla crosta del continente europeo. Tuttavia, le mineralizzazioni a oro che sono state sfruttate in questi territori non derivano dal metamorfismo legato all’orogenesi alpina, essendosi formate per intrusione in epoca successiva.
- Miniera del Taglione, in Valle Antrona-estrazione di quarzo aurifero
- Miniera di Gondo, in Canton Vallese-estrazione di quarzo aurifero
- Area mineralogica di Lengenbach, in Canton Vallese
Origine delle mineralizzazioni
Pirite e Calcopirite
Nel Settore centrale, e in particolare nella Zona Piemontese dei Calcescisti con Pietre Verdi, si possono trovare numerose mineralizzazioni a pirite e calcopirite, derivanti dalla deposizione, sull’originario fondo oceanico o nei sedimenti che si andavano accumulando, di alcuni elementi, in particolare ferro e rame, estratti dalle rocce basiche presenti a elevata profondità nella crosta oceanica ad opera di fluidi idrotermali (principalmente acqua e anidride carbonica).
Magnetite
Le mineralizzazioni a magnetite possono essere il frutto di due distinti processi:
1) Trasformazione metamorfica in ambiente di alta pressione di precedenti giacimenti di cromite derivante dalla cristallizzazione del magma.
2) Serpentinizzazione: particolare processo metamorfico di rocce a basso contenuto di silicio (mafiche e ultramafiche) che avviene in condizioni di temperatura relativamente bassa (200-500 °C) e con la circolazione di fluidi idrotermali (acqua e CO2).
I principali giacimenti di magnetite delle Alpi Occidentali si trovano in Valle d’Aosta, nella zona del Mont-Avic (miniera del Lac Gelé) e a Cogne (miniera di Liconi-Colonna).
Quarzo aurifero
I filoni di quarzo aurifero delle Alpi Occidentali non derivano dal metamorfismo avvenuto nella fase dell’orogenesi alpina (nascita delle Alpi), ma si sono formati in epoca più recente (si sono raffreddati tra 10 e 32 Milioni di anni fa) per la mineralizzazione idrotermale di fessure presenti nelle rocce preesistenti. I fluidi idrotermali inizialmente sono risaliti lungo faglie distensive attive (sistemi Aosta-Ranzola e OspizioSottile), poi hanno proceduto essi stessi a spaccare la roccia, formando altre fratture. Così, ci troviamo di fronte a mineralizzazioni aurifere, come quella del Taglione in Valle Antrona, quella di Gondo nel Vallesee quelle della bassa valle di Ayas (Brusson e Challand-Saint-Anselme), che tagliano nettamente la scistosità degli gneiss e micascisti della Falda del Monte Rosa e delle varie rocce della Zona Piemontese.
Il Settore interno, a Sud della Linea del Canavese
I siti minerari
- Miniera della Gula in Valsesia (Piemonte)
- Miniera di Sessa in Malcantone (Canton Ticino)
Origine delle mineralizzazioni
Quarzo aurifero
Le dinamiche che hanno generato i filoni d’oro nelle Alpi Meridionali Piemontesi e Lombarde sono simili a quelle descritte per l’area del Settore centrale, a Nord della Linea del Canavese. In queste aree posizionate sul margine della placca africana si è formata una rete complessa di faglie e fessure in cui sono risalite masse fluide che si sono mineralizzate a temperature di 200-350° C. La roccia base è gneiss composto da quarzo, feldspato, miche e micascisti. Le vene mineralizzate contengono diversi minerali tra cui l’oro.