Miniera della val Toppa – Piemonte

Dove si trova:Via Mario Massari, 23, 28886 Pieve Vergonte VCO
Materiale estratto: Oro
Apertura:
Modalità di visita:
Durata della visita:
Sito web:

La storia

I primi documenti sullo sfruttamento dei giacimenti d’oro della Val Toppa risalgono al XIV secolo, sotto il Ducato di Milano. In essi si afferma che gente del luogo aveva aperto in Val Toppa diverse gallerie da cui estraevano quarzo aurifero con pirite, calcopirite, galena e blenda lavorata in loco in piccoli mulini di tipo “piemontese” capaci di macinare 30-40 Kg di minerale al giorno; il minerale, previa cernita, veniva ridotto a pezzetti e quindi macinato per via umida a contatto con il mercurio, l’amalgama veniva poi strizzata per il recupero del mercurio e quindi fucinata sino ad ottenimento dell’oro puro.

Il primo sfruttamento industriale comincia nel 1860 con il subentro della società inglese “The Pestarena Gold Minino Company Ltd”, che sfruttava anche le miniere di Pestarena in Valle Anzasca. Sotto questa gestione la miniera raggiunge uno sviluppo complessivo di circa 11 km, da cui vengono estratti circa 100.000 t di minerale con un tenore medio di 25 gr. per tonnellata; dapprima questo veniva portato al piano con slitte, in seguito la società scavò un pozzo profondo circa 100 mt nella roccia di serpentino attraverso cui il materiale poteva scendere sino alla cosiddetta “piazza degli inglesi”, grandioso terrapieno ubicato là dovl torrente Marmazza dalla forra di Valtoppa e collegato allo stabilimento di lavorazione i cui ruderi sono ancora visibili.

Con la scoperta delle ricchissime miniere d’oro in India e Sud Africa le concessioni di Valtoppa furono nel 1905 vendute alla società francese che già lavorava nella adiacente concessione di Cropino.

Dal 1939 e durante tutta la 2° guerra mondiale il filone di Valtoppa è stato sfruttato dalla Società Rumianca, interessata a ricavare pirite per la propria produzione di acido solforico e quarzo che veniva utilizzato dalla Ditta Ceretti di Villadossola nella lavorazione dell’acciaio. Privati locali continuarono poi sino ai primi anni ’60 a ricavarne quarzo.