Miniera di Kreas – Piemonte

 

Dove si trova: 13021 Alagna Valsesia, Provincia di Vercelli
Materiale estratto: Oro
Apertura:
Modalità di visita:
Durata della visita:
Sito web: https://www.comune.alagnavalsesia.vc.it/Home/Guida-al-paese?IDPagina=33338


La storia

Lo sfruttamento dei giacimenti cupriferi e auriferi presenti nel territorio di Alagna Valsesia vanta cinque secoli di storia documentabile.

Per il sito minerario di Kreas − l’area principale dove vennero sfruttati i filoni di quarzo contenenti solfuri auriferi − le fonti documentarie ci restituiscono un’attività saltuaria a partire dalla fine del XVI secolo e più continua per tutto il Seicento e fino al primo Settecento: in particolare fu il cavalier Giorgio d’Adda ad acquisire nel 1634 dal governo del Ducato di Milano due distinti privilegi per la concessione della miniera e per estrarre metalli in tutta la Valsesia e nel 1639 con altri soci ottenne addirittura il privilegio di ‘cercare miniere’ nell’intero territorio dello Stato. Da quel momento la famiglia d’Adda intraprese un’attività in campo estrattivo che durò alcuni decenni, incrementando i propri possedimenti.

Dall’inizio del XVIII secolo, invece iniziò un’intensa coltivazione sotto il diretto controllo dello Stato sabaudo sia dei giacimenti auriferi (Kreas, Santa Maria, Bors) sia di quelli di rame (Fabbriche); nelle due aree (allora denominate ‘quartiere dell’oro’ e ‘quartiere del rame’) furono costruiti impianti per la macinazione e un primo trattamento metallurgico del minerale, mentre a Scopello, a metà della Valsesia per avere sufficienti quantità di legname, venne eretta anche una grande fonderia, dove avveniva il processo di raffinazione metallurgica; furono pure costruiti gli edifici per il ricovero degli operai.

Lo sfruttamento ebbe un picco per una decina d’anni (1752-1761), sotto la direzione del cavaliere Spirito Benedetto Nicolis di Robilant, ispettore generale delle miniere del regno, per poi diminuire repentinamente a causa dei costi troppo elevati di gestione. Le miniere vennero affidate a privati, sempre sotto il controllo governativo.

Tra la fine del Settecento e il secondo Ottocento l’attività estrattiva sui giacimenti auriferi fu piuttosto ridotta e saltuaria, condotta quasi esclusivamente da ricercatori locali.

Un nuovo periodo importante per la storia mineraria alagnese ebbe invece inizio nel 1890, soltanto per l’oro, con l’intervento di una società a capitale britannico, la Monte Rosa Gold Mining Company Limited. Inizialmente gli interventi si concentrarono sugli impianti di lavorazione di Kreas, installando grandi macine per la frantumazione del minerale prima di trattarlo con il metodo della cianurazione; furono riorganizzati tutti i lavori in sotterraneo, con lo scavo di un nuovo ribasso e riaperti anche i cantieri in quota sui filoni secondari, da cui un complesso sistema di teleferiche portava il minerale agli impianti a Kreas.

Ma i grandi investimenti non furono ripagati da risultati accettabili e già all’inizio del Novecento i lavori vennero di molto ridotti. La società inglese cercò di trovare nuovi capitali ma prima la Grande Guerra e poi l’ostilità e l’ingerenza del regime fascista con l’AMMI fecero fallire ogni tentativo.

Nel secondo dopoguerra prima la Società Anonima Fratelli Gay di Torino e poi la controllata Gold Mining Monte Rosa assunsero la concessione di Kreas. I lavori furono sempre assai ridotti e il fallimento della società nel 1958 fece sì che la miniera venne definitivamente chiusa.

Purtroppo al ‘dipartimento dell’oro’ di Kreas si è conservato fino a giorni nostri soltanto parte di uno dei diversi edifici minerari in pietra risalenti alla metà del XVIII secolo, la cosiddetta ‘fabbrica di San Lorenzo’, che contiene le grandi macine installate dalla società inglese alla fine dell’Ottocento.

L’impatto dei lavori prima in superficie e poi in sottosuolo iniziati a metà degli anni Sessanta del Novecento su un adiacente lente di feldspato, utilizzato nell’industria del vetro e dei materiali ceramici, ha avuto conseguenze devastanti sulla preservazione degli antichi manufatti.