Miniera del Taglione – Piemonte

 

Dove si trova: Antrona Schieranco (VB)
Materiale estratto: Pirite aurifera
Apertura: aprile-ottobre (prenotazione obbligatoria)
Modalità di visita: visita guidata alla miniera
Durata della visita: 1h30
Sito web: http://www.geoexplora.net/geoturismo.html

Visita la Miniera del Taglione

La Valle Antrona è conosciuta per i suoi boschi, per le grandi dighe e per i laghi che esse racchiudono. Ma non c’è solo l’”oro blu” (l’acqua che genera energia): nelle viscere delle sue montagne ci sono altri tesori! C’è l’oro, quello giallo, che luccica!
Accompagnati dalle Guide Minerarie, la visita alla Miniera del Taglione si effettua alla sola luce della lampada frontale montata sul caschetto, creando un’esperienza emozionale. La galleria, grazie agli allestimenti, permette di raccontare i metodi di estrazione e lavorazione dell’oro e far rivivere le dure condizioni di lavoro dei minatori nel sottosuolo. La presenza di alcune testimonianze della frequentazione della galleria, dopo la fine dell’attività estrattiva, da parte di giovani partigiani che l’hanno utilizzata come rifugio, consente di raccontare momenti importanti e al contempo toccanti della storia locale dell’Ossola.

La storia

Quello del Taglione è uno dei tanti siti di estrazione dell’oro (oltre 200 tra miniere e scavi esplorativi) che fiorirono in Valle Antrona a partire dal XVIII secolo e ne segue la storia e il destino.

Le valli dell’Ossola sono l’area più ricca di giacimenti auriferi sulle Alpi occidentali e l’estrazione del prezioso minerale vi è documentata da almeno quattro secoli. Il maggior sviluppo dell’estrazione d’oro in valle Antrona si ha però nel XVIII secolo ad opera di imprese locali, che scavavano seguendo affioramenti superficiali di filoni ben visibili. Sono di quest’epoca i molinetti tipo piemontese per la macinazione e amalgamazione del minerale installati lungo il Rio Trivera e lungo il Torrente Ovesca, presso Locasca e Antronapiana.

Per avviare più moderne modalità di scavo e lavorazione si deve però aspettare la seconda metà del 1800, con l’acquisto delle concessioni minerarie da parte di società estere. Nel 1875 – “Anglo Italian Mining Co.” ottenne la concessione delle miniere di Schieranco e costruì a Locasca, sulla destra orografica dell’Ovesca (nello stesso luogo dove sorgono ora i ruderi dello stabilimento per la lavorazione del minerale aurifero), un edificio di tre piani con uffici, alloggi degli operai, magazzino e mulini. Una condotta forzata dell’acqua era in grado di far girare 14 piccoli e 3 grandi molini capaci di macinare 800 Kg di minerale al giorno da destinare all’amalgamazione. Nel 1897 la svizzera “Société des Mines d’or d’Antrona” costruì, nella zona di Trivera, un vero villaggio minerario con abitazioni per la dirigenza e gli operai, a San Pietro un palazzetto direzionale con laboratorio di analisi e telegrafo e a Locasca un innovativo stabilimento per il trattamento dell’oro, con impianto di cianurazione ad energia elettrica. Si trattava di un impianto in grado di trattare 30-40 tonnellate di materiale aurifero al giorno. Nel 1902 fu la volta della “Antrona Gold Mining Company Limited”, che perfezionò gli impianti di cianurazione ed estese le miniere per ricerche a maggiori profondità. Nel 1911 (circa) la belga “Huzé Gottinies & Co”, allestì un nuovo procedimento meccanico che permetteva di separare la pirite dal quarzo e ottenere pirite aurifera concentrata con tenori di 150/250 grammi di oro per tonnellata, che veniva esportata e venduta a Freiberg (Sassonia, Germania).

Durante la guerra del 1915-1918 i lavori furono sospesi, mentre probabilmente proseguirono piccole lavorazioni artigianali del materiale. Finita la guerra, nel 1927 l’estrazione riprese a opera della Società “Rumianca”, che però cessò l’attività nel 1940 con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, segnando la fine dell’estrazione dell’oro in valle Antrona.